Martedì 23/09/2014 - La leadership assoluta delle case giapponesi costruttrici di automobili: un esempio di creatività e stile
Una volta conclusa con la disfatta la seconda guerra mondiale, l'industria automobilistica giapponese era una realtà davvero poco significativa e spesso controllata dai costruttori americani.
Nonostante questo si sviluppò con grande successo e verso la metà degli anni Ottanta le imprese nipponiche sono diventate le 'numero uno' nel mondo; e solamente qualche anno dopo producevano più veicoli dei concorrenti negli Stati Uniti.
Attualmente, la produzione all'estero è destinata a un ulteriore e rapido aumento.
Nella sola Gran Bretagna infatti, sede privilegiata dell'industria made in Japan, le famosissime case automobilistiche giapponesi producono ogni anno più di un milione di vetture.
Paradossalmente la vendita delle automobili giapponesi è maggiore all'estero che in patria, dove è costoso e difficile possederne una.
A Tokyo per esempio per potersi permettere un'auto bisogna disporre di un parcheggio o di un box.
In Giappone inoltre l'auto non viene utilizzata per i lunghi spostamenti ed è considerata al contrario una sorta di status symbol.
Gli undici colossi nipponici del settore automobilistico non si limitano alla produzione in serie, ma riempiono le loro auto di accessori, propongono modelli più sofisticati, e ne inventano di personalizzati: come ad esempio quelli disegnati apposta per le donne giovani vendute anche nei supermercati, e si lanciano nella produzione di vetture di lusso per far concorrenza alle grandi produttrici di ammiraglie tedesche.
I costruttori inoltre, dando prova di una straordinaria creatività, hanno anche inventato, seguendo le tendenze del momento, le cosiddette 'macchine concettuali', una sorta di giocattoli per adulti.