Lunedì 29/09/2014 - Il ruolo giapponese nell'economia del mondo e la sua veste di finanziere del mondo
Grazie soprattutto agli sfolgoranti successi dei suoi modelli economici il Giappone è diventato da decenni un Paese molto ricco.
All'inizio degli anni novanta ha vissuto un nuovo miracolo economico e, in soli quattro anni, il suo prodotto interno lordo è aumentato a ritmi vertiginosi, anche se poi si è rallentato bruscamente qualche anno più tardi.
Nello stesso periodo il Giappone si è convertito nel ruolo di 'finanziere' del mondo, investendo 60O miliardi di dollari in ogni angolo del pianeta, anche se prevalentemente negli Stati Uniti e nei territori del Sud-Est asiatico.
Verso la fine degli anni Ottanta infatti il Giappone è diventato il più importante finanziatore dei Paesi in via di sviluppo; al contrario di ciò che avveniva solo un quarto di secolo prima: all'epoca dei giochi olimpici di Tokyo infatti era secondo solamente all'India come beneficiario degli aiuti concessi dai Paesi ricchi verso quelli poveri.
Gli anni Ottanta hanno rappresentato l'epoca della 'zai-tech', la finanza sofisticata e velocissima, e grazie allo sviluppo delle telecomunicazioni anche del denaro facile, delle società quotate in Borsa che aprivano agenzie nei grandi magazzini.
Nel corso di quegli anni dorati gli istituti di credito nipponici sono diventati le più grandi e più ricche banche del mondo intero e i giapponesi hanno scoperto di avere la possibilità di comprarsi tutto quel che desideravano.
Così, cinquanta anni dopo Pearl Harbour, i ricchissimi magnati nipponici hanno iniziato a fare shopping nelle Hawaii e nei casinò di Las Vegas, hanno comprato Hollywood e i grattacieli di Manhattan, tra cui il Rockefeller Center uno dei grandi simboli del sogno americano, hanno collezionato opere d'arte e
splendide residenze antiche, ville, palazzi e castelli in ogni angolo del mondo.
Questa eccessiva euforia speculativa però ha finito per allarmare l'alta finanza internazionale, e così verso la fine degli anni Ottanta, il Giappone ha intrapreso la strada di un'espansione più moderata, assumendosi anche nuove responsabilità legate al ruolo oramai conclamato di superpotenza economica.